Lo specchio sciamanico e la scultura sonora Ad Libitum.
Di Sergio Poggianella
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Nel rapporto dialogico fra l’arte occidentale e l’arte delle altre culture, vale a dire tra l’estetica e l’antropologia, opere d’arte, artefatti “etnici” e “arte primitiva”, in particolare l’arte sciamanica, hanno sempre rappresentato una fonte d’ispirazione per gli artisti occidentali come per quelli non-occidentali. Tali oggetti, portatori di significati e funzioni diverse, sono in realtà i veicoli di trasmissione della memoria storica delle diverse culture che li hanno creati e di quelle con le quali sono entrati in contatto.
Una straordinaria occasione di confronto tra visioni estetiche e realtà etnografiche, ci viene offerta dalla mostra di Michele Spanghero, a TRA Treviso Ricerca Arte, nella quale l’installazione di una scultura sonora, costituita da nove canne d’organo alimentate da una macchina medica per la ventilazione polmonare, entra in cortocircuito con un toli (specchio rotondo) appartenuto a uno sciamano del Nord-ovest della Mongolia. In un tale contesto quali ruoli gioca lo specchio sciamanico nel confrontarsi con l’installazione sonora di Spanghero? Quali suggestioni, affinità, somiglianze e interpretazioni scaturiscono da questo nuovo confronto sorto da un brainstorming tra l’artista e la curatrice della mostra? I due oggetti, lo specchio e la macchina, simbolicamente il primo e materialmente il secondo, hanno il compito di curare e mantenere in vita il malato.
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Evocando la discrezionalità di chi la manovra, nel lavoro di Michele Spanghero, ad lib., ossia ad libitum, la ventilazione polmonare, messa in atto dalla macchina medica connessa alle canne d’organo, allude al respiro che dà inizio alla vita e con frequenze che possono variare a seconda delle condizioni di salute del paziente, ci accompagna fino all’esalazione dell’ultimo anelito. Con una operazione artistica multidisciplinare, Spanghero, in qualità di musicista, mette in azione l’automatico ripetersi dei suoni delle due macchine - contemporaneo memento mori - per rammentarci che, nello spartito della nostra esistenza materiale e immateriale, la salvezza del corpo è formalmente connessa a quella dell’anima.
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Gli sciamani siberiani buriati, dai quali proviene lo specchio di bronzo qui esposto, ritengono che a causare la malattia di un essere umano sia la perdita dell’anima e uno dei compiti principali dello sciamano è appunto finalizzato al suo recupero. Il toli (specchio rotondo) - come molti parfernalia sciamanici può contare su uno spirito guardiano - assolve diverse funzioni a seconda dei contesti culturali di riferimento: oltre a proteggere lo sciamano dagli spiriti malvagi, per mezzo della divinazione finalizzata al benessere dei credenti locali nello sciamanismo, serve a predire la fortuna, a curare e possibilmente guarire la gente. A tale riguardo è illuminante la testimonianza della sciamana buriata Tsibenova Maria Dambayeva, rilasciata allo sciamanologo Mihaly Hoppal in “Shaman Tradition in Transition”, ISSR, Budapest 2000; alla domanda se lei fosse in grado di operare delle guarigioni con un toli (specchio sciamanico), diede questa risposta: «Si è possibile. Esso viene posizionato nella parte ammalata del corpo e dopo qualche momento…il toli agisce come un magnete, estraendo la stessa malattia dalla parte da essa attaccata». La sciamana, ricevuta l’energia dal toli, dopo aver individuato la zona malata in base alla ricerca effettuata con le mani, porta a termine la guarigione.
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L’effetto taumaturgico originato dall’opera d’arte di Spanghero si somma e integra simbolicamente alle virtù attribuite allo specchio usato nelle pratiche sciamaniche di guarigione. Ciò dà credito al punto di vista object-specific della cultura materiale, secondo cuii significati non sono intriseci all’oggetto, ma vanno interpretati a partire dalle modalità di fruizione e dalla percezione dell’oggetto stesso da parte dei diversi soggetti; ogni oggetto quindi narra una storia particolare e tutte le storie si intrecciano con il mondo sperimentato dagli individui. Viene così a stabilirsi un dialogo proficuo tra le arti create in mondi che sembravano così lontani - da risultare “altri” rispetto ai nostri - ma che in realtà sono talmente vicini da essere connessi. Nell’incessante ricerca di senso, di cui si nutre sia l’arte contemporanea che l’arte sciamanica, come nella “Comédie humaine”, la macchina medica per la ventilazione polmonare di Spanghero e lo specchio sciamanico, connesso al respiro dell’anima, ricoprono un ruolo essenziale nel mettere in comunicazione il mondo degli uomini con i mondi dello spirito, nel tentativo di individuare i rapporti che condizionano, nel bene e nel male, le sorti degli esseri umani.